venerdì 5 marzo 2010

La Spiegazione




Ferma sul parapetto dell’improbabile, avvolta nelle sue stesse spalle, cercava di catturare un pensiero invadente che l’avrebbe ricondotta coi piedi per terra.

Invece i suoi piedi dondolavano oscillando dal pontile all’acqua, fino quasi a poterla sfiorare.

Il cielo era coperto di pesanti e scure nubi che celavano l’azzurrità del cielo così come i troppi pensieri non le permettevano di trovare quello più luminoso e potente che le avrebbe dato la forza di rialzarsi.

Lo sguardo proteso in avanti era fisso ed immobile sull' increspatura del lago, immobile ed ipnotizzata dagli effetti che il vento aveva sulla superficie... la sua mente vagava immemore.

Da quanto tempo era seduta lì?

Non avrebbe saputo rispondere ad elementare quesito come quello, fissa ed intrisa della sua stessa persona, come obbedendo ad un tacito comando mai emanato.

Il vento le scorreva addosso scostandole i capelli che scendevano a cascata a ricoprirle il viso ma l’occhio era fisso alla superficie dell’acqua come se da un istante all’altro si fosse potuto aprire uno squarcio e qualcosa avesse potuto emergere da tanta profondità.

Incostanti ed inconcludenti erano i suoi grovigli di pensieri, una matassa che non si sarebbe mai evoluta in gomitolo fin tanto che non fosse riuscita a dare una scossa al proprio essere cercandone il bandolo.

Un sibilo come un sussurro pareva venire da tanto lontano, gli uccelli cantavano in lontananza, le voci trasportate da echi lontani.

Gli alberi attorno al lago parevan danzare al ritmo di melodici suoni a lei sconosciuti e l’acqua si increspava sempre di più.

Immobile osservava, ascoltando ogni singola particella come a doverne cogliere significati intrinsechi ed Arcani, ma nulla si manifestava con chiarezza, le nubi ottenebrando il cielo, le avevano pervaso la mente... e nulla appariva nella sua naturale limpidezza.

Non era pronta a coglierne l’essenza.

Dei passi all’improvviso giunsero alle sue spalle, incalzanti e scanditi dal battito del suo stesso cuore, non si girò a guardare, sapeva che Lui stava giungendo e la sensazione di sicurezza non l’abbandonò un solo istante.

Lui giunse. Si chinò dolcemente su di lei donandole un respiro tra i capelli che non sapeva di vento essendo Vento egli stesso e glieli scostò dal collo.

Un dolce bacio seguì, caldo e trepidante come un camino che scoppiettando brucia sterpaglie, e lei si strinse di più nelle spalle sorridendo.

Le porse un sasso, un grande sasso piatto levigato con cura dal tempo ed i suoi agenti, costringendola a porgergli una mano.

Lo prese con cura girandolo ed osservandolo piano come a non capire che cosa avrebbe dovuto fare... ed in quel preciso istante i suoi occhi abbracciarono quelli di lui protesi a lei un caldo sorriso pacato e paziente.

Gli occhi di lui la incitavano a lanciare il sasso oltre la superficie del lago, dove l’increspatura dell’acqua col vento sembrava essere forte, indistruttibile.

Rispondendo al tacito comando lei lanciò la pietra.

L’acqua si aprì a tale brusco ed irruento passaggio, un’intrusione non prevista aveva spezzato la magia della superficie modificandola del tutto, creando cerchi in cerchi che rovinavano anche la parte attorno alla colata a picco del sasso.

Attonita sgranò gli occhi e lo guardò con rimprovero ritirando i piedi e scostandosi i capelli dal volto, spaventata da quello che lei stessa, stupidamente aveva creato e lo guardò.

Lui smise di sorridere per lasciar posto ad una fragorosa risata mentre lei imbronciata lo guardava puntando il dito con aria accusatoria… e lui rideva forte e ridendo l’abbracciò da dietro avvicinando le sue labbra alle orecchie incredule di lei che sbottava in silenzio colma di rabbia.

Lui abbracciandola le disse che nessuna cosa, nessuna, può realmente spezzare tanta tranquillità... e l’invitò a guardare come dopo il passaggio del sasso, l’acqua stava riprendendo il suo aspetto primordiale carezzata dal veno che l’increspava.

Nessun agente esterno, temporaneo, per quanto all’apparir possa… esser potente, è davvero in grado di attentare ad una tranquilla felicità superiore... queste furon le di lui parole stringendola mentre attendeva che lo scenario si ripresentasse come prima della sua venuta.

Lei avvertì un tuffo al cuore, ripescò il primordiale pensiero che le era sfuggito… paura... e lo gettò nel lago che potesse giacere innocuamente sul fondo assieme al sasso da Lui fattole lanciare.

Si girò piano nella forza di quell’abbraccio, lo guardò diritto negli occhi e affondò il suo viso nel di Lui petto sprofondando tutta se stessa assieme a paure e vergogne.

Lui la sollevò tra le braccia e lentamente s’incamminò verso casa, dove poter finalmente lasciare fuori dalla porta ogni dubbio o paura e farla sua per sempre.

Il cielo al suo passaggio aprì uno squarcio… l’azzurro si faceva strada tra le nubi spingendole via, lontane e all’improvviso uno splendido Arcobaleno solcò il cielo andando a posarsi dove lei, fino ad un attimo prima, sedeva impossessata e pervasa dalle sue stesse paure.




3 commenti:

Danysweet ha detto...

Attesa di qualcuno che ci salvi,
che ci porti via da quel pozzo nero
in cui si ha paura di cadere...
poi il cielo diventa
sereno tutto ci appare diverso,
quella paura svanisce,
tutto cambia.

NERO_CATRAME ha detto...

Ci sono squarci che si aprono per poi lentamente richiudersi,cicatrizzarsi e poi scomparire,altri che tagliano l'anima,le sottolineano i lembi con la lingua,per saggiarne il sapore e constatarne l'essenza.Bello assaggiare tra quei lembi che sai di me.

Pure Poison ha detto...

@Danysweet: Un solo Vento è davvero in grado di spazzare via ogni Persistente Nube e far tornare il Sereno nell'Anima... la Pace che porta è talora Eterna.
Io ho trovato il Mio Magico Vento...
Che tutto dissipa avvolgendomi con Calore.

@NERO_CATRAME: Sapori Mescolati SapienteMente per essere Assaporati Insieme.
Due metà che sanno di Intero
Due Interi che concorrono ad Essere un qualcosa di DivinaMente Superiore... NOI!