mercoledì 31 marzo 2010
The Gift (commento al post di NERO del 31/03/10)
Deja-Vu
Siamo ciò che siamo anche in virtù di quello che siamo stati e attraverso quello che ci ha investito, investendo talvolta noi stessi altre anime vaganti.
Oscuri Presagi cedono il passo a corse sfrenate di cavalli in libertà assoluta che trovano un fermo in un portone chiuso da secoli da una serratura ormai rugginosa dal tempo e dagli agenti atmosferici che l’hanno picchiata duraMente.
Quel portone non si aprirà … non ora. Molte sono le cose emerse venute e portate a galla piano da una consapevolezza che muta di attimo in attimo appesantendosi di dubbi e sensi di colpa senza però mostrar segnale di timore alcuno; è già qualcosa.
La fretta e la curiosità come peggior consigliere sono in avanscoperta come pedine sulla scacchiera dove solo i deboli e maggiorMente indifesi stanno avanti a protezione dei pezzi grossi che stanno alle lor terga poco sprezzanti del pericolo e timorosi di trovarvicisi invischiati.
Le carrozze hanno ruote cigolanti stanotte e catene che pendono a rimarcare un frastuono che credono potrebbe passar insentito o celato.
Ma le antenne si affinano ed affilano allertando i sensi che prontaMente captano ogni segnale anche surreale che proviene da una dimensione parallela come messaggio di ostilità per qualcosa non concesso o stroncato anzi tempo.
Le mura aprono stralci a far intravvedere porzioni delle fatiscenze che popolano l’altra parte … cola il rosso ad insaporire un piatto già di per se’ ricco ma mai totalMente completo, come una sorte di enigmatico rompicapo da risolvere man mano.
La risposta non è una sola.
Tante sono le domande, altrettante le risposte che riecheggiano dal selciato alle mura per l’orecchio teso di chi saprà intenderle non solo con le orecchie … serve capacità suprema a comprendere i segnali. Occorre buio per veder le stelle brillare, ci vuole freddo per avvertire il calore, è necessario del bene per individuare il male.
Gli uccelli di sventura continuano ad aleggiare sopra le nostre teste ma non potendo nidificare tra i nostri capelli gracchiano all’impazzata alla spasmodica ricerca di un’oasi dove potersi posare a riposare … lontani devono andare che non è il tempo di accogliere cose superiori alla capacità di risoluzione, non ora, non adesso … c’è troppo da fare.
Uno alla volta era il motto perfino del Boia.
Immobile inespressivo incappucciato per non mostrare emozioni eseguiva le condanne, un carnefice che spesso era anche Accusatore ed Esecutore volontario, a far da se’ non sbagliava certo … o almeno lo credeva.
Ecco riaffiorare gli antichi lamenti dalle mura, strazianti ed umilianti preghiere di sconti a devoti giurati incorruttibili che non senton ragione alcuna … nemmeno quella suprema.
Ciò che è detto è detto.
E se è stato detto certo era giusto, inutile rivangare quando indietro non si può tornare. Un’ottima scusa per non ritrattare un errore fatale ... e lasciare che il rimorso logori dall’interno fino quasi ad annientare.
Ripartono le carrozze marcando scie per la strada, lanciando bagliori che sembran scintille al rumoroso passaggio ... quasi ad urlare di voler il mondo svegliare.
Ma il mondo è sordo a molti richiami e imperterrito dorme senza nemmeno prender coscienza di quello che accade immerso nel totale buio dell’ignoranza di chi non vuole sapere e preferisce far tacere.
Si accendono i lumi della ragione lampeggiando al ritmo di schegge frammentarie di visioni che sembrano non appartenerci ma che sappiamo essere nostre; il peso ci schiaccia caricandoci di responsabilità e poca voglia di scoprire l’intero … ma la curiosità spinge incalzando e protendendoci verso la ricerca dell’inizio prima che sia una nuova fine.
Gira la terra senza fare rumore ma scende la pioggia cantando antiche melodie medievali infiltrandosi nelle crepe profonde delle mura di questa città.
Ritorna l’odore di bruciato frammisto ad erba bagnata e muffa di una cantina … antiche leggende si alternano melodicaMente vestite di scuro ed incappucciate … come un Boia, un Inquisitore, un’Ombra vivente tra i morti … un’Ombra già morta tra i vivi.
Raccoglie frammenti di essenze passate e le mescola con quelle in molte acquisite, dosandole scindendole per tornare a rimescolarle sapienteMente senza più quasi avere coscienza di dove una termina e l’altra ha inizio.
Ma non è importante: un’essenza mescolata diviene qualcosa di estremaMente più potente delle due singole che non si sfioravano … e l’intero riprende la sua forma primordiale con l’aiuto del Caos, del Vento e dell’Acqua.
Ogni cosa a suo tempo
Ogni cosa al suo posto
Ogni cosa riemerge senza fretta dal brodo ancestrale nel quale troppo a lungo ha vissuto in stasi senza stralci di memoria o consapevolezza.
Il tempo di formulare le corrette domande è giunto per accorparsi intrecciandosi consenzienteMente ad ogni risposta richiesta.
Numero 31
Alberi altissimi mi si ergono ai fianchi, cammino con troppi pensieri per la Mente per riuscire ad isolarne uno solo captandolo … li lascio scorrere veloci, prima o poi rallenteranno.
Fischietto una canzone che mi frulla per la testa poco consapevole di che cosa sia … certo un’aria nota o non la fischietterei.
La natura riprende e si riveste dei suo Colori svegliandosi … io la preferisco quando colorandosi si spoglia ma anche così è uno spettacolo. Gli alberi in fiore promettono generosi frutti da cogliere e non ci esimeremo dal farlo … Insieme.
Mi fermo attonita osservando una cancello che non avevo ancora notato. È costellato di rose in fiore, il fiore che banalMente preferisco tra tutti forse perché unisce dolore a bellezza … spina a splendor di Corolla … o forse sempliceMente perché ho gusti banali. Poco importa. Una rosa per me è sempre uno spettacolo.
Improvvisamente l’occhio cade sul numero … 31 come la data di oggi e come la data che 5 mesi fa ci ha colti assieme e visti abbracciati e pieni di Noi, travolti da un’insolita Passione che ancora non ci abbandona e che al contrario, cresce ogni istante in misura ed intensità.
Mi stringo le spalle e ripercorro le cose dette e scritte, i Silenzi ed i Sorrisi che ci hanno avvolti, le Passioni ed i Desideri che ci hanno avvinghiati saldaMente senza sosta o tregua alcuna … noi che sconti non vogliamo e non facciamo.
Si staccano dei petali dall’alto e mi cadono sul viso come una dolcissima carezza, leggermente vellutata ed il mio pensiero rivola a Te … al tocco caldo delle tue mani, alla voracità della tua bocca … ed il Vento pare aumentare facendomi volteggiare come in un vortice senza fine.
Desiderio in costante crescita … inversaMente proporzionale al tempo che dovrà trascorrere prima di venire nuovamente sorpresi insieme, attanagliati e stretti nei nostri vizi e desideri … appagati e mai sazi di Noi.
Raccolgo i capelli affinchè il vento non me li faccia andare sugli occhi e cerco una Lucky … inavvertitaMente mi verrebbe da accenderne due e porgertene una … sorrido. Sono proprio una cretina, sta a vedere che duplico le fumate per avere l’impressione di averti qui.
Finisco la mia sigaretta guardando il numero sul magnifico cancello delle rose … il mio viso si illumina e la mia Mente poggia la testa sul tuo petto, so che la puoi sentire ... dolcemente infossata nella mia nicchia, al riparo da tutto quello che mi potrebbe far male.
Rubo una rosa e mi pungo. Sorrido. Mi porto il dito alla bocca e succhio il mio stesso sangue che è poi anche il tuo. Metto la rosa al sicuro. Lancio un’ultima occhiata al Portale e a passo svelto mi dirigo a casa … a domani Amore Mio.
Ti lascio un bacio sul cuscino per quando aprirai gli occhi.