domenica 24 aprile 2011

Pasqua




Rattrappita in un insolito gelo passava la lingua sulle labbra secche per cercare di placarne la secchezza riuscendo solo a peggiorare la cosa. Il vortice era proprio lì davanti. Caduta a strapiombo senza alcuna via d’uscita. Si appropinquava ad avvicinarsi alla linea di confine. Esile e sottile lembo di corda quello che divide e scinde quello che è stato e quello che potrebbe essere.


Impavida si erse nella sua maestosa freddezza dell’incoscienza di chi non teme non avendo nulla da perdere. I bagliori oltre la porta non smettevano di susseguirsi freneticamente. Emittente di richiamo che incitava ad anticipare la caduta. La giugulare pulsava a ritmi incalzanti con la fretta di chi vuole toccare il limite dell’illecito incurante se possa non avere ritorno.

Ai piedi mancava il terreno . Nube roteante cercava di inghiottirne l’essere per assimilarlo osmoticamente. Processo irreversibile che non poteva dare spazio a ripensamento alcuno. Così era e così doveva essere. Lo aveva deciso. Scrollandosi da dossi le ultime briciole di remore ed esitazioni, si diresse a passo sicuro in avanti pronta a precipitare ed accorparsi all’Abisso stesso.

Una sola mossa ed ecco che il corpo vortica velocissimamente protratto verso il basso. Scariche di adrenalina e ciclone tra i capelli. La pelle si contorceva in smorfie mentre brandelli di carne sembravano strapparsi dalle ossa. Sensazione limite tra la vita e la morte. Nessuna luce, nessuna ombra. Solo l’esagerata sensazione di esplodere implodendo, di scomparire riapparendo … come esili frammenti di ricordi che sembravano voler venire a galla per meglio disperdersi disgregandosi nella caduta, d’improvviso un rumore lontano … no ora vicino … ecco che s’avvicina velocemente mentre la caduta non si arresta ed aumenta in velocità … forse note sparse a caso, lo stesso caso in cui non crede.

Echi lontani di risa.


Dolore fitto come una lama. Lo squarcio straziante di cerca di tornare alla vita che gli spetta attraverso una morte che porta il colore della rinascita. Un passaggio da uno stadio ad un altro, doloroso ma intensamente vero. Le risate di lontano svaniscono piano … uno schianto e nulla più!

Nonostante ...




Nonostante la musica classica mi renda nervosa ...


Nonostante non sopporti le feste comandate ...


Nonostante mal tollero le feste religiose ...


Nonostante da sempre il buio mi sia più amico della luce ...


Nonostante tutto questo ...





Qualcuno mi mostrato una cosa ...


Qualcuno mi ha donato delle note ...


Qualcuno ha chiesto silenzio ...


Qualcuno che sa che lo rispetterò!


Qualcuno che ...




Da sempre, potendolo fare, condivido le cose belle (sono piuttosto gelosa delle brutte e me le tengo belle strette) e non farò eccezione stavolta donando a chi legge ... magari un'emozione più profonda di quelle che riesco a malapena a sentire io.



A quel Qualcuno vorrei dire Grazie qui ...




Nonostante non sia affatto certa che lo leggerà.







mercoledì 20 aprile 2011

Ricordi



Qualcuno oggi ha rispolverato un mio vecchio lavoro, credo uno dei primi.

Mi ero perfino scordata di averlo fatto ... datato 20 aprile 2010 e citato oggi ad un anno di distanza.

Le persone spesso guardano senza vedere, sentono senza ascoltare, annuiscono senza capire.

Poche sono le cose che davvero "valgono".

Sorrido.

Il Sole è alto e picchia duro oggi.

domenica 17 aprile 2011

Oltre la Porta




Riemergo da un tepore secolare … vapore acqueo si materializza distillandosi sul mio viso. Forse il bagno è troppo caldo ma mi stende rilassandomi e mi flette inarcandomi. Fluttuante sensazione di benessere che pervade questo corpo straziato dalle anguste frenesie del quotidiano. Uno spazio per me. Uno spazio per me sola.

Scivolano le membra affossandosi nel bollore che le circonda accasciandosi pigramente sul fondale.

L’eco di una canzone riecheggia nelle orecchie, l’IPod è a tutto volume ed io amo sovrastandone le voci che ne escono. Ecco una pausa, una voce troppo acuta m’impedisce di proseguire. Allungo un braccio e raccolgo una Lucky. Piacevole vizio abitudinario, fumo che si mescola al fumo contorcendosi a ridosso dell’acqua che sommerge il corpo. Immersione in me e dentro me che visceralmente percorre ogni via battuta ridiscutendola e rivedendola da ottiche diverse. Sorrido.

Si abbassano le palpebre fumanti e riemerge una vetrata di colore dietro la quale 3 costanti sembrano fare ritorno da qualche guazzabuglio del tempo remoto, come 3 lucciole appese ad illuminare o accecare …. Sorrido di nuovo, la paura è un sentimento che non mi appartiene e passo oltre ripercorrendo a ritroso la via per raggiungere la porta e la corda.

Si sciolgono gli arcani misteri al tepore del caldo che lentamente sale avvolgendomi piano. Sensazione di benessere totale. Adesso è tutto chiaro. Paradossalmente chiudo gli occhi per vedere, ed anche l’ultimo tassello del mosaico di vetro colorato trova la sua corretta collocazione.

Allungo un’altra volta la mano … prendo un’altra sigaretta, una boccata di fumo ed un urlo che giunge da lontano … immergo anche la testa nell’acqua per non sentirlo ma riesco solo ad amplificarne il suono. Lo ascolto in silenzio e ne colgo il richiamo.

Spengo quello che resta della Lucky consumata da sola e riemergo velocemente. Guardo l’acqua sparire e canticchio … domani attendo un nuovo giorno da vivere appieno come tutti quelli che lo hanno preceduto. Sorrido alla vita sapendo che non potrà fare altro che riflettere il mio.


E col coraggio di sempre affronto quello che mi aspetterà dietro la porta.


venerdì 15 aprile 2011

OnestaMente Io!

Avvolta in un silenzio pregno di me ascolto il richiamo che da dentro si fa strada per uscire. La falsità ha da sempre caratterizzato il mio cammino come attirata inesorabilmente da una forza incomprensibile. Urlo. Urlo forte.

Esorcizzo una volta per tutte questa falsa ideologia. Non credo al caso. Io ho permesso tutto e nulla rinnego. La soluzione adesso è al punto giusto di saturazione. Mi strappo la pelle di dosso. È tempo di rinnovo totale. Basta ipocrisie. Basta belle parole che scivolano su piani inclinati di fredde indifferenza. Basta lacrime stagnanti e ferite sanguinanti. Basta dolori che sembrano sovrastare ogni cosa. Il sole si leva ogni mattina con un gigantesco sorriso e cerca inesorabile chi gli sappia sorridere con Onestà.

Non voglio smettere di pensare all’oceano come ad una immensa quantità di piccole gocce d’acqua tutte con la medesima maledetta importanza. Sono le piccole cose assommate a rendere grandi quello che originariamente all’occhio superficiale può sembrare piccolo.

Voglio continuare ad essere sottovalutata come una di quelle gocce … in grado di scavare anche la pietra più dura. Ma pongo un sigillo alla mia vita adesso. Un segno di riconoscimento. E se il tuo occhio è torvo e insincero, gira al largo.

Apro i cancelli ai sorrisi, alle emozioni forti, spezzo pregiudizi molto meglio di quanto possa sembrare improbabile scindere un elettrone. Basta muri alzati. Espongo le spalle (per non dire le terga) a chi è pronto e capace di colpire solo in tal guisa.

La paura non ha albergato in me fino ad ora e non inizierà adesso. Sguardo attento sul mondo. Sorriso scintillante e Onestà come armi. Le armi del giusto, di chi non ha mentito mai. Di chi non scende a compromessi e rimane se stesso sempre e comunque.


A questa tipologia di persone è concesso di comprendere … gli altri se ne andassero pure tutti “affangoogle”!


sabato 9 aprile 2011

Brace Ardente



Avvolta nel tempore della semioscurità il corpo caldo si girava senza trovare pace. Vortici di pensieri e desideri espressi e lasciati insoddisfatti agitavano il suo sonno. Delirio di sensi che da mesi urlavano imprecando per uscire. Fino alla sera prima. La resa finale. Il ricordo di quell’estasi sublime appagante che non ti sazia, bramosie allo spasmo che inducono a volere sempre di più.

Sed Non Satiata …


Ecco le parole che riecheggiavano nelle orecchie mentre le mani stringevano inconsapevolmente le spalle a protezione e ricordo del calore di quell’abbraccio. Sinuoso il corpo si muoveva flettendosi a tratti come a rievocare il piacere pervadente che se ne era impossessato poco prima.

Un grande sorriso nel sonno le illumina il volto. Stille di lacrime ed umori sprigionate dal suo corpo caldo di passioni e pulsante di desideri irrefrenabili. Leggero un fruscio sotto il lenzuolo, il calore di una mano che preme il basso ventre e la trascina con pacata forza a se’… l’occhio non si apre ma i sensi si acutizzano e la pelle s’innalza rabbrividendo.

Un respiro sul collo ed un'altra mano che sposta i suoi capelli e la volontà viene meno inabissandosi nel desiderio di donare quello che sarà preteso, di prendere quello che spetta di diritto. Labbra umide s’appoggiano alla giugulare per aprirsi lentamente e stringere le carni in uno straziante e doloro morso che in breve cede il passo ad una mancanza di respiro mentre un insano piacere sale fino a farla quasi … svenire e venire al contempo.

Inarcando il corpo per meglio favorire l’entrata di quello che sa la smembrerà penetrandola fino all’anima, senza tregua o pietà alcuna, fino all’ultima goccia di umore di piacere che vedrà unito quello che in apparenza appare staccato. Due corpi, un’Anima. Un desiderio comune che trova esplicazione nella materializzazione delle fantasie .. le tue le mie … sono le stesse Stella Gemella.

Affonda prepotente Mente in lei fino a farle scordare che cosa sia stato il tutto prima di quell’animalesco possedimento, così ardito. Così bramato, così goduto! Aria rarefatta e testa che cede irreversibilMente piegandosi ad una superiore volontà ed una superiore prestanza fisica. Eccitazione al massimo. Dolore e piacere che si fondono in uno fino ad amplificare e rendere assordante anche il più trattenuto gemito.

C’era bisogno di fisicità. La mente domina, ma senza sudditi è fine a se stessa e cade precipitando nel vuoto. Sento le tue mani forti afferrarmi, sono consapevole della Mente che le muove e per questo ti bramo e voglio che strazi la mia carne, centimetro dopo centimetro senza esclusioni di colpi. La mia mole non mi rende fragile ma amo essere sotto di te e mi eccitano i tuoi occhi che in silenzio mi dicono cosa fare. Orgasmo prepotente s’impossessa della mia mente e pervade il mio corpo devastandolo di brividi e sussulti. Non smettere, non voglio che tu smetti e se ti sembrerà che io lo voglia sarà solo per aumentare il tuo già folle desiderio e godere appieno con te e per te di tutta me!


venerdì 8 aprile 2011

Crisalide



Rannicchiata in posizione fetale lasciava che il caldo liquido l’avvolgesse proteggendola e preservandola da ogni male.

Intrisa della sua stessa essenza s’accovacciava su se stessa alla ricerca spasmodica di quello che le era stato fino a quel momento negato. Ingannevoli parole echeggiavano nella sua mente, fiamme di candele perpetue girovagavano tra i suoi pensieri alla ricerca di qualche pessimo proposito a cui dare fuoco.

Statica ed immobile avvolta su se stessa ripercorreva gli atomi di vita che l’avevano condotta a quel bivio. Riconobbe l’eco di una sardonica risata ridondante nei timpani offuscati dalla musica alta.

Un meandro sconosciuto spingeva violentemente per aprirsi un varco in tanta nebbia oscura cercando di trafugare qualcosa che non fosse chimera. Palesandosi la fece rabbrividire paurosamente … una brace… un qualcosa che nemmeno lei sapeva potesse essere rimasta così a lungo nascosta senza fare terra bruciata tutt’attorno. Impavido il desiderio di afferrarla con l’assoluta consapevolezza che non si sarebbe lesionata al contatto.

Assopita in votici di parole frettolosamente dette e forse mai pensate non si era soffermata a scavare la propria interiorità con insana introspezione.

Come un lampo dinnanzi agli occhi un bagliore azzurro a dare forma ad una ragione di vita, ad un anelito di desiderio assopito e mai morto. Il corpo scosso da tremiti e sussulti non trovava pace se non in una stretta da morsa che non lascia scampo.


Libertà, non sarai più prigione.


Intrecciava ciocche di capelli fino ad ottenere catene di essenza e materia per legare il bagliore alla sua anima e permetterle di volare di nuovo spaziando oltre la coltre delle fitte nubi.


Hai volato e sei caduta.


Non era volo ma effimerità. Le ali piano spingono fino a squarciare la pelle per ergersi orgogliosamente tra le scapole. Adesso il volo non sarà arrestato e le cadute saranno planate leggere.

Echi lontani io cose passate su altrui pelli non lasciano segni o ricordi. La rinascita è completa.

Cancellate le volgari parentesi di altrui egoismi ed accuse. Tempo di essere essenza pura di quello che si è davvero. Accettazione totale di sé in primis. Orizzonti sconfinati che non hanno limiti da oltrepassare. Il limite è varcato e la vita non arresta il suo decorso.

Braccia al petto e sorriso beffardo verso il mondo che non ha capito l’intrinseca volontà che si raggomitola su di se annullandosi, solo per potersi ergere verso cieli veraMente sconfinati!