A piedi nudi percorreva il pavimento in esplorazione attendendo che l’Oscuro si manifestasse. Nessuna paura in lei, pronta e fiera ad accoglierLo in tutte le Sue manifestazioni. L’attesa pesava un po’ meno stavolta, la certezza di ritrovarsi avvolta nel Nero mantello si era fatta strada spazzando via le nubi dell’incertezza. Stavolta Si sarebbe palesato prepotentemente. Lo sapeva e ne godeva. Attendeva l’attimo in cui potersi fare piccola ed annullarsi nell’Oscurità.
Quando arrivò Lui era già lì.
Lei detestava essere in ritardo e si compose nella posizione che sapeva compiacerLo perché le faceva piacere e così forse Lui avrebbe perdonato il ritardo senza privarla del premio sublime che di catturare era in grado … la sua mente. Aveva predisposto e fatto quanto chiestole in precedenza stupendosi di esserci riuscita senza grossi imbarazzi. Implacabilmente ecco riaffiorare quel Brivido alla sola visione dell’alone che Lo accerchiava e sembrava deciso a non diminuire di intensità.
Il susseguirsi di emozioni forti e prepotenti le voleva serbare per loro soli … consapevole di quel giardino Dannato che a tutto il mondo era celato. Reietta, ribelle, clandestina, austera quale era, si faceva canna di Bambù al solo passaggio di quel soffio sul collo che come un mano che si fa pugno le brandiva la bocca dello stomaco. L’Oscuro parò e per lei fu subito musica e ritmo … cuori e respiri intonavano melodie crescendo ed aumentando velocità ritmicamente.
Lui era Immenso.
Come sempre del resto. Avvolto nel mantello che sarebbe stato prigione e liberazione. Fortezza inespugnabile per chiunque. Inviolato segreto solo a Lui svelato perché aveva saputo vedere guardando. E poi, perché era Lui. L’Oscuro giaceva congenitamente in lei senza che ne avesse consapevolezza fino a che una sola parola Sua fece emergere il Chaos bramato.
Faticava ancora a respirare quando rassicurante una mano le si posò sulla nuca. Fu la fine di ogni volontà o ribellione, il sepolcro dell’arroganza e fierezza che l’aveva accompagnata. E ne godette appieno come liberata. Strabuzzando incredulamente gli occhi lo scettro del potere fu nelle sue mani per brevi e fugaci attimi. Li sfruttò al meglio per carpire l’Essenza Oscura che le ottenebrava la mente.
Gioì e gemette fino allo spasmo. Consapevole d’essere inciampata in Colui che tutto può e ne è consapevole. Ogni pensiero a Lui rivolto. Ogni atto per il Suo piacere perpetrato. Ogni parola una preghiera. Ogni preghiera una supplica. Clemente l’Oscuro le accolse. Il Tempo scorreva veloce, troppo veloce e si sarebbe dannata l’anima per fermare qualche istante ed imprimerlo al meglio nell’Anima.
Lui era Imponente.
Ma seppe farSi piccolo per arrivare a prenderla ed avvolgerla. Racchiuderla in Se’ e proteggerla da tutto il resto in un abbandono più Nero della notte, nel vortice di Oblio che aveva accompagnato il suo ingresso fin dal primo istante. Seppe cullare e mettere a riposare gli istinti e Vizi che con tanta Maestria Lui aveva svegliato poc’anzi.
Lui era Immortale. Lui era Immorale.
Felice di essere parte di quel delirio aprì gli occhi da sotto il mantello e annusò l’aria circostante. Un sogno stava per arrivare. Uno di quei sogni che lei sapeva, se sognati in due divengono la Realtà per entrambi. E mentre sceglieva un’Ombra in cui celarsi non seppe resistere al Desiderio attagliante di posare una mano sotto il Nero Mantello dell’Oscuro e crollare serena in quel meraviglioso Abisso.
Attese di attimi rubati furtivi e clandestini quando le luci si fanno largo tra la luce. Effervescente sensazione di attimi vissuti in tempi remoti che da Sogni sembrano ora concretizzarsi lentamente tutt’intorno. Una pallida luna da cornice, incastonata in un cielo troppo scuro.
Avidamente si respira l’attesa disillusa, la certezza che quello che giungerà non sarà nulla di imprevisto o stupefacente. Consapevolezza tacita del Nulla dilagante che tutto attorno deve inglobare accorpandolo in se stesso.
Scrupolosamente si ripassano momenti come in un flash back troppo rapido. Un vortice di Brividi che attanagliano le carni aumentando l’intensità dei respiri. Il Cuore impazzisce e risale dalla giugulare alla gola e ferma lì il suo Battito Animale.
Tenacemente le Ombre si fanno fitte mescolandosi ad un’innaturale Nebbia che ottenebra i sensi con passo sicuro e deciso. Il respiro è quasi affanno ed il cuore pulsa in Gola stringendone la morsa violentemente. Esile corpo in balìa di momenti irripetibili chiamati … Attese.
Inesorabilmente lo scorrere del tempo in un ticchettio assordante echeggia nella mente. Gli occhi si chiudono un istante a cercare un controllo in un instabile e precario equilibrio. La lama del rasoi si fa tagliente. Un frammento di Luce l’avvinghia prepotentemente.
Improvvisamente il respiro si ferma per tendere l’orecchio ad un’insolita melodia. Il Cuore squarcia le carni e si tuffa nel Fiume dei Desideri con occhi avidi di Parole. La Rosa affila le Spine per meglio brandire le carni senza via di scampo lasciare.
Devotamente istinto primordiale il sopravvento prende lasciando che il Sangue scorra piano nel Fiume dell’Indecenza sempre più prorompente. Sapientemente il rimescolamento di acqua sangue e sale … umori si mischiano magistralmente.
Terribilmente rapita e catturata ogni attenzione come intessuta in tela di ragno arrogante e sprezzante che avvolge imprigionando quello che resta di quel corpo svuotato della propria Essenza primordiale, gocce di Rugiada stillano la tela contorcendo disegni insoliti.
Assurdamente inchiodata ogni volontà rattrappita su se stessa si inginocchia nell’Ombra. Attese. Respiri si susseguono veloci a fior di pelle come gocce di pioggia che lentamente scendono sui vetri dall’esterno. Il Fiume si fa Mare ed il mare diviene Oceano.
Inesorabile scende la Signor Notte ad avvolgere nel suo Manto di Tenebra tutto quanto trova sul suo cammino.
Passo Fiero e Deciso di chi sa sempre come procedere … in ogni situazione.
Dal buio all’improvviso due mani forti le attagliano i polsi obbligando le braccia a rimanere dietro la schiena tese.
Un brivido lungo la schiena la graffia feroce mentre il sangue, pulsando, mostra i battiti del cuore alla base del collo.
Esposta, indifesa in balìa dell’Ombra che con ferma fisicità non le permette di divincolarsi. L’immobilità scatena l’adrenalina che libera scorre mescolandosi nelle vene in un Vortice Potente.
Il respiro diventa un affanno, le mani si fanno più strette impedendo qualsiasi movimento.
Un alito di vento le scosta i capelli ed un respiro le si posa sul collo veloce.
Il Brivido alla schiena aumenta la sua potenza facendola inarcare.
Un sussurro in prossimità dell’orecchio la fa sobbalzare … la giusta resistenza per sentire la morsa di quell calde mani attorno ai polsi.
Parole bisbigliate piano rimbombano nella mente ormai priva di ogni volontà.
Il calore delle labbra si avvicina all’inerme collo causando scosse sinaptiche in tutto il suo corpo.
Il Brivido alla schiena non demorde e si fa sempre più forte.
Lacerante improvviso dolore! I denti affondano implacabili dove la pelle si tende … inerme. Un urlo le si soffoca in gola … il Dolore affievolisce lasciandola in trance.
Il Brivido adesso si fa zampa di Grifone e la stringe in una morsa implacabile togliendole il respiro.
Il Dolore che l’aveva prima paralizzata muta in Essenza … le endorfine lavorano alla trasformazione ed il Dolore si fa Piacere sotto la sua pelle.
Gocce di sangue si frammistano a sudore miscellandosi in umori che si insinuano nelle nari … l’Odore del Desiderio nasconde quello della Paura.
Un Fuoco la avvolge avvampandola e facendola sconfinare nell’Annullamento di ogni Volontà … la pelle tesa si arrende lasciando la carne libera di Eplodere esplorandosi dall’interno.
Il Brivido è in agguato, Feroce non molla e ghermisce sempre più saldamente.
La schiena si inarca fino a sfiorare il desiderio che le è dietro prepotente e molla i polsi ormai lividi solo per afferrare i capelli e costringerla sulle ginocchia.
L’odore di quel Sesso caldo e prepotente le viene spinto sul viso … la testa bassa e una mano fatta a pugni tra i capelli che le impedisce i movimenti.
Brivido in agguato graffia la schiena e lacera le carni.
Devastantemente impotente ed immobile gode in silenzio del calore emanato scordando il dolore al collo ed il freddo alle ginocchia.
La testa le viene improvvisamente tirata all’indietro.
La penombra non permette di vedere ma lo sguardo fisso … occhi in occhi … è pungente come uno spillo.
Uno schiaffo improvviso lacera il Silenzio e le gonfia gli occhi di lacrime che non scenderanno mai.
Il Brivido ride beffardo e si insinua sempre più in fondo.
Il tempo di assaporare è giunto. Un forte strattone avvicina le sue labbra e concede gentilmente di tastarne il sapore.
La mano tra i capelli molla la presa e soddisfatto resta a guardare una testa abbassata ma Fiera.
Una preghiera sale. Ed ecco che la forte mano si posa piano sulla guancia strappando un brivido ancora più feroce e rubando un emozionante, appagante senso di protezione.
Il brivido scende e molla piano la presa pronto ad attanagliare di nuovo quando meno se lo aspetterà.
Ombre di Fantasmi vaganti tra le pareti dell’Anima la graffiano in profondità. Esile figura danzante sulla parete illuminata da flebile fiamma traballante. Respiri si uniscono a grappoli abbracciandosi formando un insolito vento tutt’attorno … lenta ed inesorabile notte scende. Avanzano le paure facendosi scudo di lacrime non ancora versate. Affilate lame percorrono a fior di pelle facendo rabbrividire la Mente col freddo gelido sussultare … E’ il nulla che strilla furiosaMente riempiendosi del tutto che racchiudeva il niente.
Attimi eterni che separano il buio dalla rinascita del Sole. Brividi camminano attanagliandosi alle sinapsi fino a raggiungere la Mente. Un Odore che invade riempiendo le nari fino a far riaffiorare il Ricordo di quello che fu … o credette fosse stato ed ora … non è più. StancaMente la carcassa si muoveva alla ricerca di una posa di sollievo, vanaMente attorcigliata su se stessa districandosi con difficoltà nella gabbia che impediva sciolti movimenti.
Una figura si ergeva su rette come uno spettro riflesso sul grande muro imprigionandone lo sguardo. Paralizzante ed ipnotico come sempre con rinnovato vigore la teneva attanagliata. Una fitta, un dolore lancinante la fece sobbalzare … preda e divoratrice di se medesima. La figura rideva deridendone l’Angoscia e il dolore aumentava incessanteMente. Nessuna via di fuga concessa. Solitudine allo spasmo come ultima evasione concessa. Incatenata ed incatenatrice fissava quegli occhi dell’Eternità senza timore alcuno.
Nulla aveva da perdere, non più e beffardo un ghigno sopraggiunse sul suo viso. La ferma certezza che di nulla avrebbe potuto esser depredata le diede la forza di fissarlo beffardaMente in segno di sfida. La sua Mente pareva sussurrare : “fatti avanti, prendi e pretendi quello che non c’è”. E d’un tratto la stanza fu pervasa dalle risa acute e taglienti mentre la crepa si apriva sotto i suoi occhi e quello sguardi si faceva sempre meno pauroso. Esorcizzata nello spirito da ogni paura lanciò l’ennesima sfida: “e adesso prendimi se ne sei capace”.
Chiuse gli occhi e sprofondò nell’Abisso della Tenebra vera!
Raccolta e rannicchiata su se stessa attorcigliava osservava quello che ai suoi occhi avrebbe dovuto essere il mondo circostante.
Flebili raggi di luce riversavano stille di rugiada su ragnatele stantie e stanche che ogni angolo occupavano.
Petali rossi nel mezzo della stanza caduti e separati da quella che un tempo fu maestosa corolla.
Silenzi incombenti pressavano i suoi timpani.
Attese scoccanti scandivan le ore.
E lei ferma nell’ombra avvolta in un buoi mantello chiudeva e riapriva le palpebre in attesa di un particolare noto, sfuggito dapprima alla vista silente.
La voce del niente sembrava impazzita.
Echeggiando tonante invase la stanza.
Un trillo, un segnale un’ombra di male.
Oscura la mente riluce il barlume.
Antico segnale di dolore comune.
D’incanto una foglia volteggia e s’avvinghia .. su se stessa girandosi la mano le piglia.
Silente messaggio che penetra piano.
Insistente, in sinuoso, lacerante si apre una via.
La pelle si scosta e scoperchia le carni, le carni protese sanguinano all’osso…arriva incessante un battito prepotente.
E di nuovo il silenzio incombente.
Ritrae le ginocchia al petto aprendo gli occhi su quello che vede … incredula l’orecchio protende in attese rese vane da quel battito incessante.
Neurone Solitario: a chi la racconti stavolta, a te un’altra volte o speri ti intortare Me?
Io: non necessito di scuse, non ti devo spiegazioni. Non capiresti un’acca stracca stavolta.
Neurone Solitario:c’è qualcosa che dovrei sapere?
Io: AssolutaMente … NO!
Neurone Solitario:quindi qualcosa da occultare ce l’hai. E non lo condividi con l’amico tuo più fedele ed affidabile? Lo sai che sono un porto sicuro per te …
Io: cazzate! Hai solo saputo creare il vuoto attorno a te per avere lo spazio di cui ti dichiari Re!
Neurone Solitario:ha parlato la regina! Mi hai emulato … cosa credi sia quel fossato che LentaMente ti sei scavata tutt’attorno? Ce li ho messi io i Barracuda dentro per non permettere ad Anima viva di avvicinarsi alla Fortezza?
Io:ancora cazzate! Non potresti capire, troppo proteso nel tuo Smisurato Egoistico Ego sconfinato!
Io: mi fido di te come di me stessa… Zero Assoluto!
Neurone Solitario: non fare la grande, non ne sei all’Altezza (cazzo che bel qui quo qua)
Io:qui pro quo …
Neurone Solitario:hai capito lo stesso, pignola!
Io: il giusto peso alle parole. Da sempre e per sempre.
Neurone Solitario:patetico! Ancora non hai appreso che Nulla è per sempre? Che solo il Dolore permane mentre tutto il resto scivola spesso senza traccia lasciare?
Io: questo lo so … sai bene che lo so. Detesto quando mi rimarchi …il Palese.
Neurone Solitario:sono molte le cose che detesti, ma oggi non sei pronta come sempre. Dormito male?
Io: non ho dormito affatto …
Neurone Solitario:quale cruccio ti tormenta? Non far scherzi! Io e te siamo collegati da impercettibili fili … tu sei Nulla senza Me.
Io: posso dire la stessa cosa. Cesseresti la tua misera esistenza con la mia .. non mi tentare di metterti stavolta, per sempre a tacere.
Neurone Solitario: non è adesso il momento giusto, hai da fare e da pensare (e magari un caffè da preparare che non ti reggi e non mi leggi)
Io: hai ragione, non è cosa. Ma un Evento mi ha turbata, scossa, Invasa…
Neurone Solitario:voglio un nome cazzarola!
Io:'ottiti
Neurone Solitario:io lo faccio ed anche bene… su racconta le tue pene (sono un Dio se mi ci metto ma a te serve testé un letto)
Io: inutile che insisti. Non avrai nemmeno una briciola. L’Insoddisfazione della tua Curiosità esponenziale è per me un gran Diletto (non ho tempo per dormire)
Neurone Solitario:non ho fretta e so aspettare, prima o poi dovrai parlare. Che hai paura ne sovvengo e direi.. senza ritegno! Son tornate le cugine Ipocrisia ed Idiozia?
Io: Niente di tutto questo, al contrario…
Neurone Solitario:allora non hai timori, solo loro ti spaventano.
Io: non ho detto che ho timori. Ma porca troia la smetti di mettermi in bocca parola che NON ho detto?
Neurone Solitario:se ti scaldi così tanto e t’abbassi al turpiloquio di sicuro non è poco.
Io: quando e se ne riterrò il caso ti renderò noto il mio disagio.
Neurone Solitario:potrei avere di meglio da fare che ascoltare.
Io: hai scritto troppo, ti ho letto troppo, ti accendo la musica così ti stai zitto!
Neurone Solitario:se tu canti io mi blocco ma non darmi dell’Allocco! Torno presto ad indagare e le nebbie a Dissipare.
Io: ecco bravo … sparisci!
Neurone Solitario:scordatelo. Mi riposo per poterti meglio assediare… per sfinimento, dovrai parlare.
Ferma sul parapetto lasciava che la sua vita scorresse sotto i suoi occhi increduli … Aggrappata al parapetto soppesava i suoi errori, Scelte errate, decisioni affrettate, fiducie mal riposte, dolori incombenti … Sentiva scorrere il sangue frammisto a rabbia e dolore all’interno di quello che restava di quel fragile corpo martoriato mentre brandelli di Chaos sembravano aver definitivamente oscuratane la mente.
Forgiata nella sofferenza delle delusioni e nell’ultimo martirio delle carni osservava il fiume scorrere sotto il suo sguardo assente, mentre il vortice del vuoto sembrava richiamarla risucchiandola di sotto. Nelle orecchie l’eco di voci lontane, gli occhi chiusi a non voler vedere le forti luci che li avevano di recente penetrati e l’eco dell’ultima risata nelle orecchie .. insostenibile!
Le mani si facevano tenaglie al parapetto stringendone la vita che anche questa volta non voleva saperne di lasciarla. Tanti dolori, sofferenze nell’anima e gli ennesimi segni sul corpo a formare un connubio di dolori che amplificavano ogni sofferenza. Ma qualcosa parve passare per la sua mente, il ricordo di chi con tanta forza ebbe lottato inutilmente e la consapevolezza che solo i deboli mollano la presa quando la lotta si fa dura.
Con fermezza e convinzione si disse di poter superare anche questo, anche l’ennesima prova e un sogghigno malefico apparve sul suo volto con la certezza che non solo il paradiso possa attendere.
L’eco di voci lontane incitavano a lottare fino alla stregua delle sue forze e lei seppe cogliere quel richiamo. Una risata e lasciò la presa del parapetto sbilanciandosi all’indietro fino a cadere con il culo per terra anche fisicamente, come nello spirito era successo.
Pronta ad afferrare mani invisibili estrasse la scintillante Katana per ridurre a brandelli chi l’aveva convinta di non valere lo sforzo della lotta!
Ed ancora è qui … e presto tornerà a sorridere. Il Dolore non può essere eterno e lei aspetta che passi stringendo i denti e brandendo le sue difese. Scintillano stelle facendosi strada tra le ombre che sono scese, piccoli brandelli di Luce ma del tutto sufficienti a lasciarle intravedere lo Squarcio che si apre sopra la sua testa!
Flebile sussurro in un inarcarsi alla ricerca delle ultime forze destinate a crescere esponenzialmente.
La Rosa non rimarrà un ricordo. Affila le sue spine per ridare colore alla propria Corolla!
Nera falce, Regina del pianto Re degli Unni, Flagello di dio dice Lui: non è il mio momento Lei risponde: si fa a modo mio
Voleranno un aquila e un falco lotteranno all'alba per noi si vedrà chi vola più in alto se il mio falco vince ti avrò
All'orizzonte fuochi di guerra Lei dice: amico dimmi di te cosa ti manca ormai sulla terra perchè non vuoi venire con me? Posso portarti via nel tempo verso altri mondi che non sai strappa il mantello che mi cancella io sono bella, la compagna per te Lui dice: Donna nelle tue ombre nel tuo castello oro non c'è io ti conosco quasi da sempre e non c'è sangue dentro di te non voglio entrare alla tua corte nel tuo giardino degli eroi decideranno l'aquila e il falco tu puoi falciarmi, ma non ti amerò mai!
Stan volando l'aquila e il falco via nel vento sempre più su vola in alto, vola più in alto fianco a fianco sempre di più
Stanno tornando l'aquila e il falco e nessun vento li separò come fratelli volano accanto e la prima stella brilla da un po' La Donna dice sorridendo: nessuno ha vinto tra di noi ma le promesse, io le mantengo prendi altro tempo, tanto sai che ti avrò Lui dice: Donna, Luna e Serpente non cresce erba dietro di me ma sono il Padre della mia gente ho il cuore rosso e il sesso di un Re non voglio perdermi in battaglia nè per veleno o carestia ma fra le braccia e vino di donna l'ultima donna e morire per lei
Vola in alto, vola più in alto dalla steppa ai ghiacci del Nord vola in alto, vola più in alto presto o tardi ti rivedrò
Vola in alto, vola più in alto ogni donna al mondo tu avrai tanto in fono all'ultimo assalto è con me che tu te ne andrai!
Sei sparito cancellando ogni traccia di te a pochi giorni dalla scomparsa di Bea … Con lo stesso atroce malessere che ti ha logorato nel corpo e nell’anima. Ti conosco troppo bene, so che piuttosto che creare preoccupazioni e destare malesseri preferisci passare per il bastardo di turno ma … hai rimosso ogni cosa lasciandomi nell’atroce tormentoso dubbio di non esserci più. Mi attanagliano i sensi di colpa per essermi persa inutilmente dietro qualcosa che non ti era piaciuto sin dall’inizio. Una forma di amore protettivo il tuo. Avevi ragione. Come sempre. Sai riconoscere le persone a naso. E adesso mi manchi. Più delle altre volte. E adesso avrei bisogno di essere presa in giro. Mi manca il tuo “ te lo avevo detto” che tanto detestavo. Dio quanto odiavo darti ragione quando ce l’avevi! E non hai sbagliato un colpo in 13 anni. Mi manchi AleXito, spero in qualche modo tu riesca a leggermi, a sentirmi e … Batti un forte colpo sulla mia testa ti prego, ma fammi sentire che ci sei ancora. Ne ho bisogno. Ora più di allora. L’ironia e la dialettica che erano solo tue … Mi manca il mio “muro” me lo sono vista sparire da sotto le dita. Cancellato Rimosso Scaduto Il dubbio attanaglia contorcendo le mie viscere. Non sento più la tua risata Non odo più il tuo lamento. Il grido del Silenzio che apre il varco al vuoto vero … Non voglio più avere nulla da poter perdere!
Precarietà di un attimo Fitta al cuore e tutto cambia.
Vendetta è sorella di Giustizia ed assieme sollevano le braccia al cielo. Il tempo degli incassi fa capolino inesorabile.
Non ho avuto sconti. Non ne farò.
Flebile sussurro ti giunga all’orecchio … Le parole dette rimangono incise nella mente. Ed il conto sale. Hai toccato chi non dovevi. Hai straziato un’Anima pura ed innocente.
Non lo perdono.
La giusta calma cederà il passo all’inesorabile bramosia di sangue. Non il mio stavolta. Non quello che da me è stato generato. Preparati cagna. Preparatevi entrambe. Non solo non faccio sconti ma raddoppio. Affinché possiate trovare anche solo la metà della merda che siete state brave a lanciare contro chi non si poteva difendere.
Proprio tu apri la bocca … tu che hai saputo occultare una menzogna con una valanga di ipocrisie.
Vergogna!
L’anima di colui che hai buggerato, pace a lui, si rivolterà nella tomba. E sarà mio complice. E verrà svelata tutta la verità che tieni rinchiusa nei meandri di un cervello troppo assente … Di una bocca fin troppo presente. Tocca ancora anche solo con il fiato quello che io ho generato. Una sola volta. E sarai morta. Colerai a picco nelle viscere che t’hanno generata, e con lei non troverai pace, siete come un lievito madre immondo che lentamente si diffonde.
Una piaga aperta. Una vita frustrata. Un accanimento sui deboli. Una speranza di riuscire a soggiogare chi al tuo controllo sa ben scappare.
Ridi baldracca Ridi oggi che puoi. Stasera potrebbe essere troppo tardi anche per te. Ed io ho ripreso quello che mi appartiene.
Ho saputo pazientare ed inghiottire. Mi ci vorranno anni a smaltire il marciume con il quale hai cercato di seppellirmi. Adesso è il mio turno di insinuarti un ragionevole dubbio. Forse che quello che mi sono ripresa, davvero potrebbe non essere una parte di te! Crepa col dubbio, che di questa verità son detentrice. Tu, vile, falsa, lurida genitrice. Non io, non quello che ho ripreso, ma il tuo stesso sangue sarà la mia vendetta.
Dio esiste, oggi mi son detta.
E da atea blasfema ho riso pensando al tuo viso paonazzo dalla rabbia di aver perso. Mi hai sottovalutata ed io me ne rallegro. Mille sconfitte in battaglia sono valse la vittoria finale sulla Guerra. Crepa sorella!
Rattrappita in un insolito gelo passava la lingua sulle labbra secche per cercare di placarne la secchezza riuscendo solo a peggiorare la cosa. Il vortice era proprio lì davanti. Caduta a strapiombo senza alcuna via d’uscita. Si appropinquava ad avvicinarsi alla linea di confine. Esile e sottile lembo di corda quello che divide e scinde quello che è stato e quello che potrebbe essere.
Impavida si erse nella sua maestosa freddezza dell’incoscienza di chi non teme non avendo nulla da perdere. I bagliori oltre la porta non smettevano di susseguirsi freneticamente. Emittente di richiamo che incitava ad anticipare la caduta. La giugulare pulsava a ritmi incalzanti con la fretta di chi vuole toccare il limite dell’illecito incurante se possa non avere ritorno.
Ai piedi mancava il terreno . Nube roteante cercava di inghiottirne l’essere per assimilarlo osmoticamente. Processo irreversibile che non poteva dare spazio a ripensamento alcuno. Così era e così doveva essere. Lo aveva deciso. Scrollandosi da dossi le ultime briciole di remore ed esitazioni, si diresse a passo sicuro in avanti pronta a precipitare ed accorparsi all’Abisso stesso.
Una sola mossa ed ecco che il corpo vortica velocissimamente protratto verso il basso. Scariche di adrenalina e ciclone tra i capelli. La pelle si contorceva in smorfie mentre brandelli di carne sembravano strapparsi dalle ossa. Sensazione limite tra la vita e la morte. Nessuna luce, nessuna ombra. Solo l’esagerata sensazione di esplodere implodendo, di scomparire riapparendo … come esili frammenti di ricordi che sembravano voler venire a galla per meglio disperdersi disgregandosi nella caduta, d’improvviso un rumore lontano … no ora vicino … ecco che s’avvicina velocemente mentre la caduta non si arresta ed aumenta in velocità … forse note sparse a caso, lo stesso caso in cui non crede.
Echi lontani di risa.
Dolore fitto come una lama. Lo squarcio straziante di cerca di tornare alla vita che gli spetta attraverso una morte che porta il colore della rinascita. Un passaggio da uno stadio ad un altro, doloroso ma intensamente vero. Le risate di lontano svaniscono piano … uno schianto e nulla più!
Nonostante la musica classica mi renda nervosa ...
Nonostante non sopporti le feste comandate ...
Nonostante mal tollero le feste religiose ...
Nonostante da sempre il buio mi sia più amico della luce ...
Nonostante tutto questo ...
Qualcuno mi mostrato una cosa ...
Qualcuno mi ha donato delle note ...
Qualcuno ha chiesto silenzio ...
Qualcuno che sa che lo rispetterò!
Qualcuno che ...
Da sempre, potendolo fare, condivido le cose belle (sono piuttosto gelosa delle brutte e me le tengo belle strette) e non farò eccezione stavolta donando a chi legge ... magari un'emozione più profonda di quelle che riesco a malapena a sentire io.
Riemergo da un tepore secolare … vapore acqueo si materializza distillandosi sul mio viso. Forse il bagno è troppo caldo ma mi stende rilassandomi e mi flette inarcandomi. Fluttuante sensazione di benessere che pervade questo corpo straziato dalle anguste frenesie del quotidiano. Uno spazio per me. Uno spazio per me sola.
Scivolano le membra affossandosi nel bollore che le circonda accasciandosi pigramente sul fondale.
L’eco di una canzone riecheggia nelle orecchie, l’IPod è a tutto volume ed io amo sovrastandone le voci che ne escono. Ecco una pausa, una voce troppo acuta m’impedisce di proseguire. Allungo un braccio e raccolgo una Lucky. Piacevole vizio abitudinario, fumo che si mescola al fumo contorcendosi a ridosso dell’acqua che sommerge il corpo. Immersione in me e dentro me che visceralmente percorre ogni via battuta ridiscutendola e rivedendola da ottiche diverse. Sorrido.
Si abbassano le palpebre fumanti e riemerge una vetrata di colore dietro la quale 3 costanti sembrano fare ritorno da qualche guazzabuglio del tempo remoto, come 3 lucciole appese ad illuminare o accecare …. Sorrido di nuovo, la paura è un sentimento che non mi appartiene e passo oltre ripercorrendo a ritroso la via per raggiungere la porta e la corda.
Si sciolgono gli arcani misteri al tepore del caldo che lentamente sale avvolgendomi piano. Sensazione di benessere totale. Adesso è tutto chiaro. Paradossalmente chiudo gli occhi per vedere, ed anche l’ultimo tassello del mosaico di vetro colorato trova la sua corretta collocazione.
Allungo un’altra volta la mano … prendo un’altra sigaretta, una boccata di fumo ed un urlo che giunge da lontano … immergo anche la testa nell’acqua per non sentirlo ma riesco solo ad amplificarne il suono. Lo ascolto in silenzio e ne colgo il richiamo.
Spengo quello che resta della Lucky consumata da sola e riemergo velocemente. Guardo l’acqua sparire e canticchio … domani attendo un nuovo giorno da vivere appieno come tutti quelli che lo hanno preceduto. Sorrido alla vita sapendo che non potrà fare altro che riflettere il mio.
E col coraggio di sempre affronto quello che mi aspetterà dietro la porta.
Avvolta in un silenzio pregno di me ascolto il richiamo che da dentro si fa strada per uscire. La falsità ha da sempre caratterizzato il mio cammino come attirata inesorabilmente da una forza incomprensibile. Urlo. Urlo forte.
Esorcizzo una volta per tutte questa falsa ideologia. Non credo al caso. Io ho permesso tutto e nulla rinnego. La soluzione adesso è al punto giusto di saturazione. Mi strappo la pelle di dosso. È tempo di rinnovo totale. Basta ipocrisie. Basta belle parole che scivolano su piani inclinati di fredde indifferenza. Basta lacrime stagnanti e ferite sanguinanti. Basta dolori che sembrano sovrastare ogni cosa. Il sole si leva ogni mattina con un gigantesco sorriso e cerca inesorabile chi gli sappia sorridere con Onestà.
Non voglio smettere di pensare all’oceano come ad una immensa quantità di piccole gocce d’acqua tutte con la medesima maledetta importanza. Sono le piccole cose assommate a rendere grandi quello che originariamente all’occhio superficiale può sembrare piccolo.
Voglio continuare ad essere sottovalutata come una di quelle gocce … in grado di scavare anche la pietra più dura. Ma pongo un sigillo alla mia vita adesso. Un segno di riconoscimento. E se il tuo occhio è torvo e insincero, gira al largo.
Apro i cancelli ai sorrisi, alle emozioni forti, spezzo pregiudizi molto meglio di quanto possa sembrare improbabile scindere un elettrone. Basta muri alzati. Espongo le spalle (per non dire le terga) a chi è pronto e capace di colpire solo in tal guisa.
La paura non ha albergato in me fino ad ora e non inizierà adesso. Sguardo attento sul mondo. Sorriso scintillante e Onestà come armi. Le armi del giusto, di chi non ha mentito mai. Di chi non scende a compromessi e rimane se stesso sempre e comunque.
A questa tipologia di persone è concesso di comprendere … gli altri se ne andassero pure tutti “affangoogle”!
Avvolta nel tempore della semioscurità il corpo caldo si girava senza trovare pace. Vortici di pensieri e desideri espressi e lasciati insoddisfatti agitavano il suo sonno. Delirio di sensi che da mesi urlavano imprecando per uscire. Fino alla sera prima. La resa finale. Il ricordo di quell’estasi sublime appagante che non ti sazia, bramosie allo spasmo che inducono a volere sempre di più.
Sed Non Satiata …
Ecco le parole che riecheggiavano nelle orecchie mentre le mani stringevano inconsapevolmente le spalle a protezione e ricordo del calore di quell’abbraccio. Sinuoso il corpo si muoveva flettendosi a tratti come a rievocare il piacere pervadente che se ne era impossessato poco prima.
Un grande sorriso nel sonno le illumina il volto. Stille di lacrime ed umori sprigionate dal suo corpo caldo di passioni e pulsante di desideri irrefrenabili. Leggero un fruscio sotto il lenzuolo, il calore di una mano che preme il basso ventre e la trascina con pacata forza a se’… l’occhio non si apre ma i sensi si acutizzano e la pelle s’innalza rabbrividendo.
Un respiro sul collo ed un'altra mano che sposta i suoi capelli e la volontà viene meno inabissandosi nel desiderio di donare quello che sarà preteso, di prendere quello che spetta di diritto. Labbra umide s’appoggiano alla giugulare per aprirsi lentamente e stringere le carni in uno straziante e doloro morso che in breve cede il passo ad una mancanza di respiro mentre un insano piacere sale fino a farla quasi … svenire e venire al contempo.
Inarcando il corpo per meglio favorire l’entrata di quello che sa la smembrerà penetrandola fino all’anima, senza tregua o pietà alcuna, fino all’ultima goccia di umore di piacere che vedrà unito quello che in apparenza appare staccato. Due corpi, un’Anima. Un desiderio comune che trova esplicazione nella materializzazione delle fantasie .. le tue le mie … sono le stesse Stella Gemella.
Affonda prepotente Mente in lei fino a farle scordare che cosa sia stato il tutto prima di quell’animalesco possedimento, così ardito. Così bramato, così goduto! Aria rarefatta e testa che cede irreversibilMente piegandosi ad una superiore volontà ed una superiore prestanza fisica. Eccitazione al massimo. Dolore e piacere che si fondono in uno fino ad amplificare e rendere assordante anche il più trattenuto gemito.
C’era bisogno di fisicità. La mente domina, ma senza sudditi è fine a se stessa e cade precipitando nel vuoto. Sento le tue mani forti afferrarmi, sono consapevole della Mente che le muove e per questo ti bramo e voglio che strazi la mia carne, centimetro dopo centimetro senza esclusioni di colpi. La mia mole non mi rende fragile ma amo essere sotto di te e mi eccitano i tuoi occhi che in silenzio mi dicono cosa fare. Orgasmo prepotente s’impossessa della mia mente e pervade il mio corpo devastandolo di brividi e sussulti. Non smettere, non voglio che tu smetti e se ti sembrerà che io lo voglia sarà solo per aumentare il tuo già folle desiderio e godere appieno con te e per te di tutta me!
Rannicchiata in posizione fetale lasciava che il caldo liquido l’avvolgesse proteggendola e preservandola da ogni male.
Intrisa della sua stessa essenza s’accovacciava su se stessa alla ricerca spasmodica di quello che le era stato fino a quel momento negato. Ingannevoli parole echeggiavano nella sua mente, fiamme di candele perpetue girovagavano tra i suoi pensieri alla ricerca di qualche pessimo proposito a cui dare fuoco.
Statica ed immobile avvolta su se stessa ripercorreva gli atomi di vita che l’avevano condotta a quel bivio. Riconobbe l’eco di una sardonica risata ridondante nei timpani offuscati dalla musica alta.
Un meandro sconosciuto spingeva violentemente per aprirsi un varco in tanta nebbia oscura cercando di trafugare qualcosa che non fosse chimera. Palesandosi la fece rabbrividire paurosamente … una brace… un qualcosa che nemmeno lei sapeva potesse essere rimasta così a lungo nascosta senza fare terra bruciata tutt’attorno. Impavido il desiderio di afferrarla con l’assoluta consapevolezza che non si sarebbe lesionata al contatto.
Assopita in votici di parole frettolosamente dette e forse mai pensate non si era soffermata a scavare la propria interiorità con insana introspezione.
Come un lampo dinnanzi agli occhi un bagliore azzurro a dare forma ad una ragione di vita, ad un anelito di desiderio assopito e mai morto. Il corpo scosso da tremiti e sussulti non trovava pace se non in una stretta da morsa che non lascia scampo.
Libertà, non sarai più prigione.
Intrecciava ciocche di capelli fino ad ottenere catene di essenza e materia per legare il bagliore alla sua anima e permetterle di volare di nuovo spaziando oltre la coltre delle fitte nubi.
Hai volato e sei caduta.
Non era volo ma effimerità. Le ali piano spingono fino a squarciare la pelle per ergersi orgogliosamente tra le scapole. Adesso il volo non sarà arrestato e le cadute saranno planate leggere.
Echi lontani io cose passate su altrui pelli non lasciano segni o ricordi. La rinascita è completa.
Cancellate le volgari parentesi di altrui egoismi ed accuse. Tempo di essere essenza pura di quello che si è davvero. Accettazione totale di sé in primis. Orizzonti sconfinati che non hanno limiti da oltrepassare. Il limite è varcato e la vita non arresta il suo decorso.
Braccia al petto e sorriso beffardo verso il mondo che non ha capito l’intrinseca volontà che si raggomitola su di se annullandosi, solo per potersi ergere verso cieli veraMente sconfinati!
Rifiutarsi di amare per paura di soffrire è come rifiutarsi di vivere per paura di morire.
Anime Libere di Vagare
Red Passion
Icaro
Charles Baudelaire
IL VAMPIRO
Tu che t'insinuasti come una lama Nel mio cuore gemente; tu che forteCome un branco di demoni venisti A fare folle e ornata, del mio spirito Umiliato il tuo letto e il regno-infame A cui, come il forzato alla catena, Sono legato: come alla bottiglia L'ubriacone; come alla carogna I vermi; come al gioco l'ostinato Giocatore, che sia maledetta. Ho chiesto alla fulminea spada, allora, Di conquistare la mia libertà; Ed il veleno perfido ho pregato Di soccorrer me vile. Ahimè, la spada Ed il veleno, pieni di disprezzo, M'han detto: "Non sei degno che alla tua Schiavitù maledetta ti si tolga, Imbecille! Una volta liberato Dal suo dominio, per i nostri sforzi, tu faresti rivivere il cadaver del tuo vampiro, con i baci tuoi!".
LE METAMORFOSI DEL VAMPIRO
Dalla sua bocca di fragola la donna, contorcendosi come un serpente sulla brace e i seni strusciando contro i ferri del busto, lasciava colare queste parole tutte impregnate di muschio: «Ho le labbra umide e so l'arte di portare a perdizione su un letto l'antica coscienza. Asciugo ogni lagrima sui miei seni trionfanti e faccio sì che i vecchi ridano come i bambini. Chi mi vede nuda e senza veli, vede la luna, il sole, le stelle ed il cielo. Sono, caro sapiente, così dotta in voluttà, quando fra le braccia temute soffoco un uomo, o quando, timida e libertina, fragile e vigorosa, abbandono ai suoi morsi il mio seno, che, su questi materassi turbati, impotenti gli angeli si dannerebbero per me.»
Poi che ella ebbe succhiato tutto il midollo delle mie ossa, mi volsi languidamente verso di lei per darle un ultimo bacio: ma non vidi più che un otre viscido e marcescente. Chiusi gli occhi, preso da un freddo terrore; e quando li riapersi alla luce, al mio fianco, in un luogo del gran manichino che sembrava aver fatto provvista di sangue, tremavano confusamente pezzi di scheletro, stridendo come quelle banderuole o insegne appese a un ferro che il vento fa oscillare nelle notti d'inverno.
Inno a Iside
Perché io sono la prima e l’ ultima Io sono la venerata e la disprezzata, Io sono la prostituta e la santa, Io sono la sposa e la vergine, Io sono la madre e la figlia, Io sono le braccia di mia madre, Io sono la sterile, eppure sono numerosi i miei figli, Io sono la donna sposata e la nubile, Io sono Colei che dà alla luce e Colei che non ha mai partorito, Io sono la consolazione dei dolori del parto. Io sono la sposa e lo sposo, E fu il mio uomo che nutrì la mia fertilità, Io sono la Madre di mio padre, Io sono la sorella di mio marito, Ed egli è il mio figliolo respinto. Rispettatemi sempre, Poiché io sono la Scandalosa e la Magnifica.
III- IV secolo avanti Cristo, rinvenuto a Nag Hammadi, Egitto.
Vedi com’è diverso ogni destino sulla scacchiera dell’umanità ... chi fa il pedone, chi fa la regina che strano gioco è.
I più indifesi, sono sempre avanti e gli è concesso solo un passo in più ... i portaborse al fianco dei potenti l’alfiere dietro al re.
L’anima ormai, è un peso in più. Senza di lei, più agile tu. Non serve il cuore, ma la strategia che strano gioco è.
Io non ho imparato mai certe regole le sai l’innocenza mia colpevole non fa calcoli, sfugge agli alibi ... non c’è mano su di me io sono fuori gioco dimenticato là ma non ho mai venduto la tua... verità.
Chi fa la torre, parla da più in alto ma dal binario suo non esce mai facile stare sopra un parapetto senza infangarsi mai.
Ogni ragazzo ha un cuore di cavallo scarta di lato, cerca libertà sempre ad un bivio, non puoi prevederlo chissà che mossa fa, chissà... chissà...
Ecco quale è la sola via, dare l’idea che la partita è già tua ... anche un pedone può fermare un re, mangiare, non farsi mangiare! Scacco matto dipende da te!
Vita, non imparo mai non ho regole lo sai né coi bianchi, né coi neri ormai sempre ai margini per difenderti ...
Non c’è mano su di me io corro ancora solo fuori dal gioco c’è un disperato amante, in cerca di te!