
Debolmente un raggio di sole mi si insinua tra i capelli apparentemente innocuo infilandosi tra le pieghe e l’elastico che li tiene selvaggiamente raccolti.
All’improvviso il raggio si fa mano, stringe e trascina con forza la mia testa a volgere lo sguardo. Due occhi mi fissano come due fari nella notte più buia … un richiamo che riconosco all’istante.
Ho bisogno di provare dolore per sentirmi viva, ho desiderio di sentirmi viva di nuovo … e non lo devo giustificare, agisco.
La scia emozionale mi trascina per i capelli e sento l’abisso attorno impossessarsi di me … di nuovo … come non avesse mai smesso.
Seguo l’onda di fuoco che mi porta lontano trascinandomi in un oblio che sa di noto che odora di buono che promette le stesse emozioni che è pronto ad afferrare.
Allungo una mano per raccogliere la pioggia che non scende e mi rasserena l’idea che presto pioverà e la potrò toccare davvero.
L’istinto di sopravvivenza finisce sempre con il prendere il sopravvento su tutto solo che ce ne scordiamo in sconforto e ci sembra si sia assopito.
Richiudo gli occhi piano senza muovere le ciglia che si posano piano … sorrido … non mi serve vedere per sapere che cosa mi circonda.
Afferro l’attimo e lo vivo!