mercoledì 24 febbraio 2010

Ombre




Percorreva il viale alberato

Grigio ne era il selciato

Quasi a mescolarsi con la mediocrità

Di chi con leggerezza si apprestava a percorrerlo.

Nessuno sembrava cogliere le sfumature degli alberi

Nessuno sembrava sentire il fruscio tra i rami

Nessuno sembrava accorgersi dell’inesorabile cader di foglie.



Precarietà di esili vite

Dal vento trasportate e condannate a sprofondare

Nel grigio selciato

Anonimo

Estraneo

Mediocre

Privo di forma ed essenza apparente



Un passo dopo l’altro

Si susseguivano in lento abbandono

Trascinati da una forza d’inerzia di poco superiore

A quella di gravità.

Il ticchettio delle scarpe sul selciato

Parevano dargli vita

Una vita non sua…brandito per un istante alla sua staticità.

Gli alberi mezzi spogli

Si ergevano superbi ai lati

Quasi a voler accompagnare nel percorso



Il ticchettio di quelle scarpe

Che affondava il suo rumore sulle foglie depositate da vento e pioggia

Un’Ombra seguiva a debita distanza

Mantenendo inalterata la sottile linea divisoria,

Precario equilibrio di una foglia

Che sembrava trattenere il fiato per non cadere nel mezzo

Ed interrompere la magia…

Arcana presenza dalle smodate misure,

Dai toni maestosi,

Dall’indole sofferente di chi si trascina.


Occulto mistero che nell’aria volteggi

Privo di forma

Ma pregno di essenza.



La linfa ti è stata strappata con violenza

E insegui gli aloni di energia per appropriartene e farli tuoi.

Una goccia di pioggia

Poi due

Ed infine la pioggia in tutto il suo scorrere lenta

Ma costante



I capelli si inzuppano,

I piedi si fermano,

Le braccia si aprono ad abbracciarla,

Le labbra si tendono ad assaporarla...



E l’ombra si ferma incredula

Al danzar di pioggia e passi fermi sulle foglie bagnate

A formare un tutt’uno con il selciato

Ora non è più grigio se non in prevalenza.



Una luce fioca trasportata dal vento

Si scorge in lontananza.

Le labbra si chiudono,

Le braccia riprendono l’originaria posizione,

I passi incalzano,

Il cuore arriva in gola,

L’emozione investe senza preavviso alcuno.


I passi diventano corsa

La corsa un compulso balzo verso chi ti aspetta dietro quella porta.

Non lo far aspettare...



Apri le braccia ed il cuore

Lascia che l’acqua goccioli sul pavimento

Leva gli indumenti fradici,

Lasciati cadere davanti al camino,

Con gli occhi protesi verso chi ti attendeva

Le braccia tese verso chi ti ha preparato la casa.



Le Ombre non se ne andranno

Ma sapranno restare il giusto passo indietro

Consce di non appartenere più a quello che erano.

Le Ombre ti sapranno aspettare

Cercando di trarre il giusto nutrimento

Da ogni attimo di felicità che saprai donare donandoti.



Le Ombre non hanno pretese

Sanno attendere pazienteMente anche Te...

Che ti sei negato loro per tutta la tua esistenza senza neppure esserne consapevole!

2 commenti:

NERO_CATRAME ha detto...

Non temo le ombre,ho imparato a ballarci insieme da tempo e ora sono lor a portarmi rispetto,ma questo tu lo sai già.

Pure Poison ha detto...

Poche cose sfuggono a chi sa guardare vedendo...