
Un nodo alla gola
IL VAMPIRO
Tu che t'insinuasti come una lama Nel mio cuore gemente; tu che forteCome un branco di demoni venisti A fare folle e ornata, del mio spirito Umiliato il tuo letto e il regno-infame A cui, come il forzato alla catena, Sono legato: come alla bottiglia L'ubriacone; come alla carogna I vermi; come al gioco l'ostinato Giocatore, che sia maledetta. Ho chiesto alla fulminea spada, allora, Di conquistare la mia libertà; Ed il veleno perfido ho pregato Di soccorrer me vile. Ahimè, la spada Ed il veleno, pieni di disprezzo, M'han detto: "Non sei degno che alla tua Schiavitù maledetta ti si tolga, Imbecille! Una volta liberato Dal suo dominio, per i nostri sforzi, tu faresti rivivere il cadaver del tuo vampiro, con i baci tuoi!".
LE METAMORFOSI DEL VAMPIRO
Dalla sua bocca di fragola la donna, contorcendosi come un serpente sulla brace e i seni strusciando contro i ferri del busto, lasciava colare queste parole tutte impregnate di muschio: «Ho le labbra umide e so l'arte di portare a perdizione su un letto l'antica coscienza. Asciugo ogni lagrima sui miei seni trionfanti e faccio sì che i vecchi ridano come i bambini. Chi mi vede nuda e senza veli, vede la luna, il sole, le stelle ed il cielo. Sono, caro sapiente, così dotta in voluttà, quando fra le braccia temute soffoco un uomo, o quando, timida e libertina, fragile e vigorosa, abbandono ai suoi morsi il mio seno, che, su questi materassi turbati, impotenti gli angeli si dannerebbero per me.»
Poi che ella ebbe succhiato tutto il midollo delle mie ossa, mi volsi languidamente verso di lei per darle un ultimo bacio: ma non vidi più che un otre viscido e marcescente. Chiusi gli occhi, preso da un freddo terrore; e quando li riapersi alla luce, al mio fianco, in un luogo del gran manichino che sembrava aver fatto provvista di sangue, tremavano confusamente pezzi di scheletro, stridendo come quelle banderuole o insegne appese a un ferro che il vento fa oscillare nelle notti d'inverno.
4 commenti:
E il pensiero vola per non atterrare mai e allunga le sue braccia per carpire,per stringere,per graffiare.
Rivoli sulla pelle che ne lasciano fuoriuscire ilsapore di ciò che il pensiero ricorda,di ciò che il pensiero tocca,di ciò che il pensiero condivide intrecciandosi al mio in una lontanaza che non è mai tale,in una presenza costante,in un orlo che non è un limite,ma solo lo psazio su quel filo che separa la notte dal giorno.
E colano gli umori
Al crepuscolo di
Un giorno senza notte... di
Una notte senza giorno...
EternaMente scivolando sulle pelli
Per incarnarsi sottopelle
Fino agli abissi della carne che avvolge le Anime
Preservandole da ogni Dolore
Per Sempre
donando piacere ad ogni dolore,la nostra pelle ne è avezza è ora di presnte,di adesso,di quell'adesso che si rinnova costantemente ad ogni istante...
Per sempre
Un oggi che conservi l'Aroma di ieri
preservandone quello che sarà domani...
Un istante fatto di presente
che oscilla tra quello che è stato
e quello che sarà
In un crescente Brivido d'Immensità
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