lunedì 22 febbraio 2010

La Fanciulla e l'Arcobaleno

Le mura della Fortezza si ergevano alte e Maestose…

Imperscrutabile il contenuto dall’esterno…

Incomprensibile il mondo dal suo interno…

Le alte muraglie di cinta fungevano da protezione, barricate impenetrabili all’interno delle quali il tempo sembrava essersi inesorabilmente fermato per far fluire il senso di sicurezza che in esse albergava.

Perfino le finestre erano serrate, non permettendo a raggi di Luce diurni o notturni, di farvi breccia illuminando la Tenebra che regnava sovrana sulle Ombre Oscure.

La flebile luce di un camino, incorniciata nell’alone delle fiamme di centinaia di candele davano una dimensione dello spessore del castello, irraggiungibile per chi dall’esterno avesse anche solo pensato di potervi entrare.

Polvere di secoli depositata in ogni angolo, ragnatele gigantesche che davano asilo ad insetti rimarcando così un aspetto tetro per quelli che sarebbero stati gli occhi di chiunque non ci fosse vissuto…

Crepe secolari tra le pietre delle mura erano comodi nidi per svariati tipi di bestiole che appartenevano oramai loro stesse alle mura in segno di costante difesa dall’ingresso di estranei, fosse stato anche solo di una formica.

La dimensione spazio temporale era superata, come il concetto di giorno e notte, oblio ed abbandono e tutto pareva aver trovato l’esatta collocazione nei saloni e nei vasti corridoi che li univano.

Note di scoppiettii di fuoco inondavano le stanze invitando le Ombre a danzare al ritmo di un tempo che non esisteva ma non esitava a tornare su stesso per volteggiare e ricominciare daccapo.

Nessun silenzio vi trovava dimora, nessuna sofferenza, nessun dolore, nessuna morte… solo la ciclicità delle presenze che si susseguivano vicendevolmente alternandosi tra loro in presenze sempre costanti ma mutabili e volitive.

Lei era abituata a questa pace assoluta identificando spesso la propria esistenza con quella delle presenza che popolavano le stanze danzandole attorno ed invitandola spesso a fare altrettanto nell’incoscienza di tutto quello che all’esterno accadeva inesorabile.

I riflessi di luce si alternavano traballando sulle mura e dando vita a spettacoli di Ombre dalle movenze sinuose... quasi ipnotiche che invitavano la fantasia a volare su di esse divenendone a loro volta parte integrante ed indelebile, firme sui sassi che sembravano fare capolino sporgendosi per godere appieno dello spettacolo.

Quel giorno il rumore della pioggia si era fatto insistente… le grondaie scandivano una musica quasi sconosciuta che sovrastava lo scoppiettio del fuoco… un forte Vento urlava dall’esterno quasi a voler entrare e trovare sicuro rifugio…questa fu l’impressione che Lei ebbe e d’istinto senza nemmeno accendere la luce del pensiero si precipitò alla finestra e l’aprì.

Di colpo fu investita da una brezza sconosciuta che le scompigliò i capelli ed i pensieri… un Vortice dall’inarrestabile violenza la travolse facendole perdere il precario equilibrio… tutto intorno si mise a tacere… la polvere si posò piano per non interagire con quell’Attimo che avrebbe cambiato una vita, gli abitanti oscuri si ritrassero nei loro anfratti, perfino le pietre sporgenti parvero sprofondare all’interno delle mura stesse!

Una farfalla entrò dalla finestra… esile, elegante, superba nello sfoggiare i suoi molteplici colori le si posò sul cuore alleggerendolo di un peso del quale non aveva consapevolezza… la pioggia scendeva scrosciando sempre più piano, fino ad affievolirsi per smettere del tutto.

Lo spettacolo che le si aprì dinnanzi agli occhi non aveva nulla di noto, non somigliava a niente che avesse letto o scritto, non lo si poteva certo trovare tra le ombre frastagliate che danzavano all’interno delle mura.

Si rese conto di essere stata cieca e sciocca.

Nulla di malvagio avrebbe mai potuto varcare quella soglia ma al contempo niente di bello avrebbe potuto farvi breccia presentando ai suoi occhi un tale spettacolo!

Una magica esplosione di colori!

Gli stessi che indossava sfoggiandoli a gran vista la farfalla che le si era posata sul cuore facendolo suo ad ogni sbattere di ali…

Per la prima volta vide l’Arcobaleno e se ne invaghì.

Cercò di catturarlo reinventandolo e mantenendo vividi i suoi maestosi colori che si ergevano quasi al di sopra della cinta che sovrastava la sua fortezza ma contrariamente a quest’ultime, la rendevano Libera!

Libera di scegliere consapevolmente di abbandonare un rifugio sicuro, con lo sguardo proteso verso l’ignoto, con unica guida una farfalla che piano piano scavava una nicchia dentro il suo cuore e vi ci faceva nido ottenebrando ogni Ombra e dissipando la nebbia che non le aveva permesso di godere del maestoso spettacolo di un Arcobaleno.

Senza dubbio alcuno, senza alcuna esitazione, priva di ogni paura… salì sulla finestra e si lanciò sull’Arcobaleno immergendosi nei suoi colori e facendoli sui per sempre.

Si mormora a tutt’oggi che a guardare attentamente un Arcobaleno, ci sia di che scrutarci a cavallo una fanciulla con il cuore di farfalla, avvolta da un alito di vento costante che all’incrociarsi con l’acqua svanisca assorbita completamente dal suo magico Arcobaleno.


2 commenti:

NERO_CATRAME ha detto...

Si è sempre dipinto d Nero il diavolo,di morte,
di oscuro,solo perchè troppi non sanno vedere i colori anche al buio,ripetono immagini che ricorrono nell'uso comune,senza crearne delle proprie.
Ma anche il diavolo è un angelo,riesce solo a vedere coi propri occhi e a sentire e parlare da solo,senza nascondersi.

Pure Poison ha detto...

Il Diavolo non è poi brutto come spesso vien dipinto...
L'Oscurità l'ha scelta
Scegliendo di NON mostrare Colori se non a chi avesse saputo vedere al di sotto della crosta superficiale delle apparenze...
Pochi eletti hanno questo dono
Pochi li possono ammirare in tutto il loro avvicendarsi di esplosioni.
Senza timori...
Senza doversi nascondere da occhio alcuno...
Sempre sicuri e fieri di se'...