giovedì 28 agosto 2014

Ribrezzo



Susanna si contorce su se stessa alla spasmodica ricerca di risposte alle troppe domande ricorrenti che si sono sovrapposte accavallandosi nella sua esistenza.
Echi di parole lontane ma sempre presenti come martelli nella sua mente non le danno pace ...
"...provo per te una repulsione epidermica ..." le parole di una genitrice che l'hanno gettata in uno sconforto che giustificava ogni assenza di contatto fisico. La rabbia dettata dall'incomprensione di tanta cattiveria avrebbe solo iniziato a caratterizzare la sua vita.
Le amiche la cercano per uscire asserendo che con lei a fianco, non si sentono belle ma strepitose.
Gli amici definendola "simpatica" la accusano di avere amiche ... troppo belle quasi a scusarsi del fatto che la lasciano in disparte a favore di altro.
Susanna cresce con l'assoluta convinzione di avere un aspetto terribile ed inizia a coprire gli specchi per non doversi confrontare con l'orripilante immagine che sembra avere.
"Sei fisicamente repellente" sono le parole di chi giustifica assenze e tradimenti ... in effetti e gravidanze l'avevano mutata in qualche modo ma in poco tempo era tornata l'orrenda creatura di sempre.
Il tempo passava e Susanna si auto convince che non essendo l'artefice di quello che sono le sue sembianze, non possono esserle attribuite colpe in tal guisa ed inizia a lavorare sulla sua parte interiore della quale invece se ne ritiene assolutamente responsabile.
Arriva poi un uomo che riesce a farla sentire menomata ed al di sotto di qualsiasi aspettativa. Lo sconforto dura il tempo che dura ma l'eco delle parole non smettono di rimbalzare dentro creando una sorta di insicurezze che sembrano proprio non volersene andare.
La solitudine solo aiuta Susanna a crescere ed imparare a dare il giusto peso alle cose che realmente contano e un equilibrio sempre impossessarsi dell'insieme che è lei anche se continua a non piacersi e a non dare importanza a questo.
Il piccolo bimbo la guarda e le dice che non vuole la mano, che il contatto fisico lo disturba ... questo fa male ma lei non riesce a colpevolizzarlo o fargliene colpe che se chi l'ha generata ha avuto questo forte impatto di repulsione, certo è da attribuire a se stessa.
Susanna con l'altro bambino prende le distanze prima che possa essere lui a farlo. Non vuole rivivere un distacco, un rifiuto, uno sconforto che una volta già ha affrontato.
Prende Susanna le distanze fisiche dal mondo estraniandosi in un universo parallelo che preveda solo scontri ed incontri verbali per non creare imbarazzo in chi ha di fronte e soprattutto non fornire armi in grado di tagliarla pesantemente ferendola ...
"non ce la farei nemmeno ad abbracciarti" e per Susanna cala il buio totale. Il precipizio la inghiotte facendola sparire inglobandola senza pietà!

2 commenti:

NERO_CATRAME ha detto...

A volte "troppo brutta" per essere avvicinata, altre "troppo bella" per andare oltre, che limiti prevedibili che si pongono certe volte.A se stessi e agli altri.

Pure Poison ha detto...

@NERO: Limiti valicabili a volte ed invalicabili altre ... Ma si sa, alla fine tutto dipende da quello che fortemente desideriamo