Percorreva il viale alberato
Grigio ne era il selciato
Quasi a mescolarsi con la mediocrità
Di chi con leggerezza si apprestava a percorrerlo.
Nessuno sembrava cogliere le sfumature degli alberi
Nessuno sembrava sentire il fruscio tra i rami
Nessuno sembrava accorgersi dell’inesorabile cader di foglie.
Precarietà di esili vite
Dal vento trasportate e condannate a sprofondare
Nel grigio selciato
Anonimo
Estraneo
Mediocre
Privo di forma ed essenza apparente
Un passo dopo l’altro
Si susseguivano in lento abbandono
Trascinati da una forza d’inerzia di poco superiore
A quella di gravità.
Il ticchettio delle scarpe sul selciato
Parevano dargli vita
Una vita non sua…brandito per un istante alla sua staticità.
Gli alberi mezzi spogli
Si ergevano superbi ai lati
Quasi a voler accompagnare nel percorso
Il ticchettio di quelle scarpe
Che affondava il suo rumore sulle foglie depositate da vento e pioggia
Un’Ombra seguiva a debita distanza
Mantenendo inalterata la sottile linea divisoria,
Precario equilibrio di una foglia
Che sembrava trattenere il fiato per non cadere nel mezzo
Ed interrompere la magia…
Arcana presenza dalle smodate misure,
Dai toni maestosi,
Dall’indole sofferente di chi si trascina.
Occulto mistero che nell’aria volteggi
Privo di forma
Ma pregno di essenza.
La linfa ti è stata strappata con violenza
E insegui gli aloni di energia per appropriartene e farli tuoi.
Una goccia di pioggia
Poi due
Ed infine la pioggia in tutto il suo scorrere lenta
Ma costante
I capelli si inzuppano,
I piedi si fermano,
Le braccia si aprono ad abbracciarla,
Le labbra si tendono ad assaporarla...
E l’ombra si ferma incredula
Al danzar di pioggia e passi fermi sulle foglie bagnate
A formare un tutt’uno con il selciato
Ora non è più grigio se non in prevalenza.
Una luce fioca trasportata dal vento
Si scorge in lontananza.
Le labbra si chiudono,
Le braccia riprendono l’originaria posizione,
I passi incalzano,
Il cuore arriva in gola,
L’emozione investe senza preavviso alcuno.
I passi diventano corsa
La corsa un compulso balzo verso chi ti aspetta dietro quella porta.
Non lo far aspettare...
Apri le braccia ed il cuore
Lascia che l’acqua goccioli sul pavimento
Leva gli indumenti fradici,
Lasciati cadere davanti al camino,
Con gli occhi protesi verso chi ti attendeva
Le braccia tese verso chi ti ha preparato la casa.
Le Ombre non se ne andranno
Ma sapranno restare il giusto passo indietro
Consce di non appartenere più a quello che erano.
Le Ombre ti sapranno aspettare
Cercando di trarre il giusto nutrimento
Da ogni attimo di felicità che saprai donare donandoti.
Le Ombre non hanno pretese
Sanno attendere pazienteMente anche Te...
Che ti sei negato loro per tutta la tua esistenza senza neppure esserne consapevole!
2 commenti:
Non temo le ombre,ho imparato a ballarci insieme da tempo e ora sono lor a portarmi rispetto,ma questo tu lo sai già.
Poche cose sfuggono a chi sa guardare vedendo...
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